Parco Regionale Naturale dell'Aveto


Nell'alta Val d'Aveto, una delle zone più belle dell' Appennino con alte cime rocciose, si trova il Parco, caratterizzato da una ampia diversità morfologica: dalle zone umide alle aspre rupi appenniniche esposte ai freddi venti del nord.

Il Parco è caratterizzato da una ampia diversità morfologica, dalle zone umide (laghetti, stagni, torbiere) che in buona parte sono legate ad una morfologia di origine glaciale, come la celeberrima Valle delle Agoraie, ed alle aspre rupi appenniniche esposte ai freddi venti del nord.



Le principali valli del territorio sono tre: l'alta Val d'Aveto, su una delle zone più belle dell'Appennino con alte cime rocciose, estesi pascoli, rigogliose foreste di faggio e laghetti di origine glaciale; la Valle Sturla, con boschi di castagno; la Val Graveglia, zona di grande valore geomorfologico, carsico e mineralogico.

Rada e specializzatissima è poi la la flora erbacea che alligna sulle rocce serpentiniche, avvelenate dall'abbondanza di magnesio e metalli pesanti: vita durissima per le specie "prepotenti", ma non verso quelle deboli ma molto specializzate.



La natura delle rocce influisce sul tipo di paesaggio; in effetti quelle erodibili generano morfologie dalle linee dolci mentre quelle resistenti originano imponenti bastionate rocciose.

Localmente certi modellamenti dei versanti vanno fatti risalire allo scorrimento di alcuni ghiacciai del passato, concavità che corrispondono ai bacini di raccolta di questi ghiacciai, valli in quota che ostentano una sezione ad "U", valli che probabilmente hanno ospitato fiumi di ghiaccio in lenta discesa a valle, oppure gradinature in quota dovute a fasi di ritiro dei ghiacci seguite a nuove avanzate (i ghiacciai hanno agito da bulldozer, scavando ed spingendo avanti a sé materiali morenici). A monte di questi sbarramenti ci sono interessanti "zone umide" come la Riserva naturale Orientata delle Agoraie.



A proposito di rocce dure e compatte, pensiamo alle vette dei monti Zatta e Ramaceto e, più in quota, agli erti massicci del Groppo Rosso, del Maggiorasca e della Rocca del Prete, del Croce Martincano o del M. Penna, del Cantomoro, del M. Nero e dell'Aiona, destinati in avvenire ad emergere sempre più, dato che oppongono più resistenza all'erosione rispetto ai pendii sottostanti.
Altri tipi di rocce sono presenti al Parco, come il gabbro, esempio di roccia di origine eruttiva molto dura e massiccia (basti pensare che un decimetro cubo pesa almeno 3 kg), dal colore verdastro o grigio scuro, mentre il basalto è il corrispondente effusivo del gabbro: di colore nero e con il tempo diviene bruno, rossastro o verdastro. Il Groppo Rosso ed il Penna sono appunto costituiti di basalto. I basalti a volte sono di una forma molto particolare come i "pillow", la cui genesi è frutto di antichissime "eruzioni sottomarine", che in particolari condizioni portarono alla creazione di queste particolari forme tondeggianti.



Diverso da quello delle rocce citate è il caso delle rocce sedimentarie che si formano in ambiente subaqueo o subaereo per accumulo o cementazione di materiali di tipo diverso. Le spesse bancate di questo materiale formano la sommità dei monti Zatta e Ramaceto. Nel territorio del Parco una roccia metamorfica di particolare interesse è la serpentinite, la cui genesi è davvero affascinante, nata dalla peridotite in seguito a trasformazioni fisico-chimiche grazie anche al contatto con soluzioni acquose. Nel massiccio del M. Aiona esistono vaste aree con serpentinite.

Di ben diversa natura appaiono i depositi morenici frutto del trasporto ad opera dei ghiacciai dei detriti a valle. Bei depositi morenici si individuano ad esempio lungo gli intagli sia della strada che da Magnasco sale al Lago delle Lame, sia della strada forestale che da quest'ultimo prosegue sino alle Agoraie.

I depositi morenici hanno modificato in alcuni punti la morfologia del paesaggio, come ad es. a valle della Rocca del Prete, una morena trasversale ha bloccato la discesa verso il basso dei sedimenti trasportati dalle acque, generando col tempo il lago Riane, ed in modo analogo si sono formati il laghetto del Monte Penna e il prato della Cipolla a valle del M. Bue. L'esempio più significativo rimane però nella articolazione dei suoi numerosi bacini che formano laghi e laghetti quello delle Agoraie.



I cenni geologici relativi al territorio del Parco dell'Aveto sarebbero incompleti se non si prestasse particolare attenzione ai numerosi minerali, di interesse anche economico, rinvenuti nella porzione sud-orientale, sempre all'interno della formazione dei diaspri: si tratta soprattutto di composti del manganese.

Attualmente è rimasta parzialmente attiva solo la miniera di Gambatesa, destinata a diventare fra poco un immenso Museo nelle viscere della Terra. Tra il 1900 ed il 1970 il distretto minerario della Val graveglia ha subito un prelievo di ben 1.200.000 tonnellate di minerali manganesiferi. A Gambatesa un apposito trenino, posto a disposizione dei turisti, permette di svolgere una visita di grande fascino.

La bellezza paesaggistica e naturalistica della Val d'Aveto offre molteplici occasioni di svago e possibilità di praticare gli sport più diversi. Durante l'inverno, impianti di risalita piste da sci per ogni livello, inoltre vi sono suggestivi tracciati per gli amanti del fondo e scuole di sci, nonché numerosi itinerari di sci alpinismo. Durante l'estate è possibile effettuare percorsi escursionistici, scalare palestre di roccia, raccogliere funghi, frequentare i Parchi, pescare.

12 Itinerari

Anello del Cerregheto
Foresta demaniale delle Lame
Anello dell'Aiona
Anello del Cantomoro
Anello del Monte Penna
Anello del Liciorno/Ramaceto
Anello delle Moglie
Anello della Scaletta
Anello di Borzone
Anello della Faggeta dello Zatta
Anello dello Zatta
Anello della Bossearco

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